La discussione interna

Elezioni amministrative, alcuni iscritti PD puntano il dito contro il commissario Caputo: «Strategia premeditata dall’alto a sostegno di Casone»

Nicola Gatti
Nicola Gatti
Bandiere del Partito Democratico
Bandiere del Partito Democratico
In una nota pervenuta in Redazione quindi iscritti del PD identificano nel commissariamento la causa di tutti i “mali” attuali in seno al partito
1 commento 984

Lo scossone interno al Partito Democratico, seguito al commissariamento del partito e alle scelte che, pare, il partito stia per fare in vista del voto di giugno continuano a provocare non pochi mugugni.

Come è noto, a seguito della cessazione anticipata del mandato elettorale dell’amministrazione di centrosinistra – a suo tempo retta da Vincenzo Casone – causata dal voto favorevole sulla mozione di sfiducia al sindaco, tra i cui firmatari prima e votanti poi, figuravano i consiglieri comunali del Partito Democratico, Nicola Lovecchio e Camillo Larato (che nell’amministrazione Casone ricopriva il ruolo di capogruppo in seno al consiglio comunale) la sezione locale è infatti stata commissariata dagli organi regionali e provinciali del Partito. Il commissariamento ha quindi prodotto la decadenza di tutti gli organi elettivi interni al partito e la nomina di un commissario, Fabio Caputo, cui è stato delegato il compito di traghettare il partito verso le elezioni amministrative e quindi, anche, le decisioni in merito alle alleanze e alle candidature.

Conseguentemente al commissariamento ha preso piede la volontà, degli organi regionali e provinciali del PD, di mettere “sul banco degli imputati” i consiglieri Lovecchio e Larato rei di aver contribuito alla caduta di Casone e di valutare una loro espulsione dal partito.

Nel caos generale nel quale il partito si è ritrovato si è dunque creata una profonda spaccatura (tra chi vorrebbe continuare a supportare un’eventuale ricandidatura di Casone e chi, invece, preferirebbe avere le mani libere d’azione) interna sfociata, poi, in una “clandestina” assemblea della maggioranza degli iscritti locali del partito.

In quella circostanza la maggioranza degli iscritti PD di Santeramo rivendicava la propria autonomia decisionale in merito alla possibilità di ricomporre il centrosinistra santermano in «discontinuità rispetto all’ultima esperienza amministrativa» identificando, nell’ex sindaco Casone, «l’unico responsabile del fallimento» della passata amministrazione comunale.

In merito all’espulsione di Lovecchio e Larato, poi, si è aperto un vero e proprio casus belli. Motivo? Lo scorso 5 marzo, infatti, è trapelata l’indiscrezione secondo la quale i due ex consiglieri comunali sarebbero stati espulsi notizia poi smentita, a stretto giro, dal commissario Caputo. Qualche giorno dopo, però, nel corso di una riunione convocata dal commissario con la base locale del PD l’espulsione sarebbe stata formalizzata, dandone comunicazione, ma mai – ancora a tutt’oggi – ufficialmente comunicata agli organi di stampa.

Nel frattempo, però, il quadro politico locale ha continuato ad evolversi. Sono infatti apparsi i primi “embrioni” di possibili coalizioni: da una parte il raggruppamento di forze politiche che hanno visto l’avvio di un percorso politico condiviso tra MoVimento 5 Stelle, Democratici è Sereno, Sinistra Riformista per Santeramo e Azione (forze politiche annoverabbili nel cosiddetto “campo largo” del centrosinistra ma private del PD) e il recentissimo progetto dell’ex presidente del consiglio comunale, Nunzio Zeverino Digregorio, e l’ex leghista Giovanni Riviello.

In questo continuo divenire su quanto sta accadendo, proprio all’interno del PD, si è registrata, quest’oggi, la presa di posizione di quindici iscritti del PD (Francesco Caponio, Gianni Sportelli, Mario Barberio, Fabio Fiorito, Domenico Maffei, Gianluca Maglie, Rosa Dimita, Maria Antonietta Panzarea, Nicola Lovecchio, Camillo Larato, Raffaele Digirolamo, Michele Caponio, Alessandro Labarile, Domenico Caponio, Cristoforo Manzari) con una nota pervenuta in Redazione.

«Ancora una volta – si legge nella nota – gli interessi della comunità santermana e le sorti del Circolo del Partito Democratico locale sono stati sacrificati per gli equilibri politici ed elettorali sovracomunali e regionali».

I 15 iscritti – senza portarla per le lunghe – identificano nel commissariamento la causa di tutti i “mali” attuali in seno al partito.

«Una precisa strategia, avviata con il commissariamento del Circolo PD di Santeramo e l’ingiusta espulsione dei Consiglieri comunali Larato e Lovecchio, ha avuto l’esito scontato fin dall’inizio. La gestione commissariale – si legge ancora nella nota – anziché trovare punti di mediazione che tenessero il partito unito, ha fatto una scelta divisiva, non maggioritaria e imposta da organi sovracomunali».

«La sciagurata ultima decisione del Commissario e di una piccola e non rappresentativa parte del PD locale di sostenere ostinatamente Casone e allearsi con una coalizione che ha ben poco di centrosinistra per storia e tradizione dei suoi rappresentanti, non è condivisibile».

Contestata, quindi, la decisione – ancora non confermata ufficialmente – secondo la quale il Partito Democratico sosterrà nuovamente la ricandidatura a sindaco di Vincenzo Casone.

«Il Commissario aveva garantito – affermano questi iscritti PD – di essere arbitro di un dibattito interno tra due proposte contrapposte, e che avrebbe scelto quella che offriva salvaguardia di unità e garanzia di una più forte composizione della lista. Invece, anziché preferire la proposta di donne e uomini, ex segretari di partito, amministratori e consiglieri comunali, fondatori del PD della prima ora, hanno scelto di essere gregari di Casone e della sua incerta coalizione».

«Per questo negli ultimi giorni è stato anche indotto un tesseramento selvaggio di persone estranee alla vita del PD locale e nazionale al solo scopo di aumentare il dato numerico. Questa decisione è stata presa in un incontro convocato online all’ultimo minuto. Così non favorendo la partecipazione e la discussione sulla nostra proposta che invece apriva una prospettiva in discontinuità con il recente passato e coerente con la linea della segretaria Elly Schlein».

«La fine anticipata della scorsa esperienza amministrativa – commentano ancora nella nota i quindici iscritti PD – non è stato un tradimento, come lo si vuol fare apparire, ma una scelta giustificata, sia pure sofferta, maturata nel corso di mesi, tesa a principi di legalità e trasparenza per garantire la comunità tutta».

«Per questi motivi ci rivolgiamo a iscritti e simpatizzanti di un PD libero e inclusivo, a giovani, donne e uomini di un’area di centrosinistra e a persone che vogliono portare il proprio contributo di idee ed esperienze per una proposta politica alternativa che abbia come obiettivo primario il bene della nostra Santeramo».

giovedì 21 Marzo 2024

(modifica il 16 Aprile 2024, 11:30)

Notifiche
Notifica di
guest
1 Comment
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
mario bitetti
mario bitetti
1 mese fa

Ma allora questa espulsione c’è stata se lo conferma anche la nota del Pd in questione. E quindi, a che titolo i due espulsi firmano una lettera come iscritti al PD? Poi scusate cari amici e compagni, ma qualche dubbio sull’essere in sintonia con la nuova linea della nuova segretaria, almeno per quanto concerne la passata gestione del PD, ce l’avrei. Per concludere, non so se catalogarlo come tradimento l’affossamento della giunta Casone, però è un dato di fatto che i due consiglieri che votarono la sfiducia scavalcarono le stesse indicazione del direttivo Pd che non era quella di far cadere la giunta.