Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, giorno della Santa Pasqua, ritorna l’ora legale.
Come di consueto, infatti, le lancette degli orologi e dei dispositivi dovranno, intorno alle ore 03:00, essere spostate un’ora in avanti.
Tale cambio avviene nel fine settimana proprio per minimizzare i disagi dovuti al cambio d’orario.
In pratica, tutti, dormiremo un’ora in meno.
L’ora legale durerà settembre mesi. L’ora solare, infatti, tornerà l’ultima domenica di ottobre, più precisamente il 27 ottobre.
Malgrado una lunga discussione, in ambito europeo, circa l’opportunità di abolire l’ora legale – con tanto di un’apposita risoluzione del Parlamento europeo nel 2019 tra i paesi nordici propensi all’eliminazione e quelli del sud più propensi ad optare per l’ora legale tutto l’anno – l’Italia ha per adesso deciso di rimandare una decisione ufficiale in merito lasciando, di fatto, tutto come da quando questa modifica è stata introdotta ovvero nel lontano 1916.
Da una parte ci sono i contrari che proponendo per sollevarne gli svantaggi, principalmente legati a questioni di salute (ripercussioni sulla pressione arteriosa, incremento delle patologie cardiache o anche aumento degli incidenti stradali e sul lavoro) e dall’altro chi propende per mantenerla tutto l’anno visti gli indubbi risparmi sotto il profilo energetico e ambientale.
Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) «l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti, e si considerano solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, ad un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui. Secondo terna dal 2004 al 2022 il nostro Paese ha risparmiato circa 2 miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità grazie all’ora legale. A ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi».