Liberaci dal male

Guide Ufficiali Parco Nazionale Alta Murgia
A cura di Roberta Chiodo
scrivi un commento 6

È tra le piante più comuni che si possono reperire allo stato selvatico nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, la si trova un po’ dovunque, in piccoli cespugli sui ruderi e sui bordi delle strade. I fiori, dal bel colore rosa violaceo, spuntano a livello dell’ascella delle foglie e hanno 5 sepali a forma di cuore allungato, caratterizzati da striature di colore viola scuro. Le sue foglie, lungamente picciolate sono ricoperte da sottile peluria, a contorno pentagonale o quasi circolare. 

Avete indovinato di quale fiore sto parlando? Vi do un altro indizio: nell’antica Grecia, Esiodo e Teofrasto utilizzavano questa pianta come cibo povero. In epoca romana, Cicerone, Marziale e Orazio ne parlavano invece come di un cibo ricercato: Cicerone  gradiva tanto questa pianta da farne indigestione; Marziale oltre che usarla come antidoto alle sue notti brave… la consigliava a chi aveva problemi di stitichezza; Orazio affermava di nutrirsi soltanto di olio di cicoria e anche del fiore in questione.  

Pitagora sosteneva che dovesse essere mangiata ogni giorno per calmare le passioni e purificare la mente. Plinio il Vecchio la considerava una panacea, preservava da ogni male. Nel Medioevo si era diffusa la convinzione che fosse un antiafrodisiaco e favorisse una condotta calma e sobria; veniva prescritta per le malattie più disparate e veniva obbligatoriamente coltivata nei domini imperiali di Carlo Magno. 

Fu soprannominata durante il Rinascimento “omnimorbia” cioè “rimedio per tutti i mali” per le sue innumerevoli proprietà curative: nei disturbi dell’apparato respiratorio: i fiori di questa pianta possiedono attività espettorante ed antinfiammatoria, utile per calmare la tosse e favorire l’eliminazione dell’eventuale catarro; per attenuare gastrite e colite: riduce la sensazione di bruciore e attenua l’infiammazione della mucosa gastrointestinale; contro la stitichezza: esplica azione lassativa, la delicatezza della sua azione la rende un ottimo rimedio per bambini ed anziani; per lenire l’infiammazione delle corde vocali in caso di abbassamenti di voce e raucedine; per pelle secca: grazie alle proprietà emollienti, i fiori possono essere  utilizzati per creare una crema nutriente per le mani. 

Ed ora avete capito qual è il fiore di questa settimana? Altro indizio: è una pianta eliotropica, i suoi fiori seguono il movimento del sole nel cielo. I filosofi della scuola pitagorica la ritenevano una pianta sacra – consacrata ad Apollo, divinità solare – capace di mettere in connessione il mondo celeste e quello terreno. La sua fama rimase invariata attraverso i secoli, tanto che alcune antiche tradizioni popolari suggeriscono l’uso – come potente talismano protettivo – di un pezzo di radice, avvolto in un panno di colore scuro, da tenere a contatto con la pelle, mentre i suoi rami venivano interrati davanti alle porte delle stalle, per evitare incantesimi e malefici e allontanare ogni male.

E adesso? Forse ora si: è la Malva sylvestris! Simbolo dell’amore materno e della mansuetudine. Non strappatelo, ma fatevi persuadere dal potere ipnotico delle vibrazioni cromatiche del colore dei petali: stimolano le percezioni intuitive, aiutano ad avere maggiore fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità ed a ritrovare la pace e la chiarezza.

sabato 1 Maggio 2021

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti