Notizie non positive per la casse comunali santermane.
A stabilirlo è la deliberazione commissariale, assunta con i poteri del consiglio comunale, n. 65 del 20 giugno scorso “Approvazione del rendiconto della gestione per l’esercizio 2016 ai sensi dell’art. 227 del d.lgs. n. 267/2000”.
Dalla lettura della delibera, quindi, emerge quella che è la reale condizione dello stato di salute delle casse del comune di Santeramo.
Tale stato di salute è stato più volte tirato in ballo durante la recente campagna elettorale ed oggetto di ampia discussione dal palco dei comizi.
Come prima cosa l’ormai ex commissario, la dott.ssa Emilia Felicita Capolongo, aveva accertato che il comune di Santeramo non è in dissesto finanziario né strutturalmente deficitario ma, allo stesso tempo, rilevando un risultato di amministrazione di oltre 6 milioni di euro (6.156.064,03 € per l’esattezza) ha riscontrato un disavanzo di amministrazione di poco più di 1 milione di euro (1.040.413,38 € proprio a voler essere precisi) e che il conto economico – che, come da definizione di Wikipedia, in un bilancio evidenzia il risultato economico d’esercizio del periodo di riferimento (“utile o perdita d’esercizio”) – presenta un risultato di esercizio negativo pari a – 1.187.873,24 €.
Sempre il commissario, con un successivo provvedimento, la deliberazione commissariale n.66 assunta con i poteri del consiglio comunale e sempre del 20 giugno scorso “Ripiano disavanzo, salvaguardia degli equilibri, assestamento generale di bilancio per l’esercizio 2017/2019 (art. 175, comma 8 e 193 del d.lgs. n. 267/2000) e stato di attuazione dei programmi” ha disposto di ripianare il disavanzo di gestione – rilevante dal rendiconto di gestione 2016 – recuperando la somma di € 346.804, 46 nell’esercizio finanziario per l’anno in corso e per quelli dei due anni successivi (quindi 2018 e 2019).
In buona sostanza per gli anni 2017, 2018 e 2019 i bilanci comunali saranno ridotti di quasi circa 350mila euro all’anno costringendo il comune a recuperare queste somme altrove (con una contrazione di spesa o con un, impopolare, aumento della tassazione locale sempre che la normativa lo permetta).
Notizie non buone quindi per la nuova amministrazione pentastellata, in prossimità di insediamento, che dovrà far conto con questa riduzione di potere di spesa per la finanza pubblica.