Istituire un tavolo tecnico sui Consorzi di bonifica pugliesi, che riesca a garantirne la piena operatività, attraverso la redazione di un Piano pluriennale degli investimenti e degli interventi di manutenzione che parta dalle priorità nel settore delle bonifiche e in quello irriguo. È quanto chiedono i consiglieri del M5S Marco Galante, Antonella Laricchia, Cristian Casili e Rosa Barone in una mozione depositata nei giorni scorsi.
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“Ormai possiamo definire quella dei Consorzi una “storia infinita” – dichiarano i pentastellati – che dura da almeno 15 anni, ovvero da quando nel 2003 la Regione Puglia impose loro una consistente revisione e contenimento delle spese, per salvaguardare i benefici derivanti dalle opere di bonifica, e la redazione di nuovi Piani di classifica. La Regione da allora ha incrementato gli stanziamenti che, però, sino ad oggi, sono stati destinati soprattutto al pagamento degli emolumenti del personale e delle forniture ENEL, incidendo in maniera parziale sulle attività di manutenzione e di riorganizzazione dei Consorzi. Per giungere all’obiettivo che si propone la legge di riforma dei Consorzi, ovvero il pareggio di bilancio entro il 2018 – continuano – è necessario istituire il Tavolo Tecnico, a cui prendano parte gli agricoltori, le associazioni di categoria, il Commissario e la struttura tecnica dell’assessorato. La partecipazione degli agricoltori, coloro che conoscono più da vicino i reali bisogni dei territorio è fondamentale per pianificare investimenti e interventi prioritari per il comparto agricolo. Bisogna mettere i Consorzi nelle condizioni di poter svolgere le bonifiche a cui sono preposti per garantire la sicurezza del territorio, oltre a tutelare le risorse idriche”.
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Negli anni sono stati numerosi gli interventi normativi sulla questione Consorzi, l’ultimo nel 2017 ha portato alla soppressione dei Consorzi Commissariati e alla contestuale costituzione del Consorzio unico Centro-Sud Puglia, con la prerogativa in capo alla Giunta Regionale di trasferire la Sezione irrigazione e acquedotti rurali ad AQP S.p.A., nel caso in cui valutasse negativamente l’operato del neonato Consorzio unico, il quale ad oggi non risulta ancora operativo.
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“Il minimo comune denominatore che ha caratterizzato tutti questi interventi– proseguono Galante, Laricchia, Casili e Barone – risulta essere la mancanza di manutenzione degli impianti a favore degli agricoltori, a fronte della richiesta di pagamento del Tributo 630 per interventi di manutenzione di fatto mai eseguiti. Una situazione a cui la politica deve porre rimedio nel più breve tempo possibile, per questo chiediamo l’istituzione immediata del Tavolo Tecnico”.