Nelle ultime ore, sono state molte le rimostranze da parte di alcuni genitori che vorrebbero la riapertura delle scuole. Non da meno, il sit in che si è tenuto nel pomeriggio dinanzi al palazzo comunale. Sempre in merito alla decisione di chiudere le scuole di ogni ordine e grado della nostra regione, una cittadina, Daniela Bruna Digregorio, ha inviato alla nostra Redazione una lettera indirizzata al Presidente Michele Emiliano e all’assessore Pier Luigi Lopalco. “Mi chiedo e soprattutto rivolgo a Voi una domanda: è davvero la scuola il luogo di contagio nel quale occorre intervenire drasticamente?” Spiega. “Io inviterei chi ci governa a fare una valutazione ad ampio spettro delle fonti di contagio perchè è oltremodo evidente che “se i mezzi di trasporto utilizzati dagli studenti sono pieni all’inverosimile le possibilità di contagio aumentano sensibilmente; se nei luoghi di lavoro non c’è distanziamento le possibilità di contagio aumentano sensibilmente; se si continua a fare terrorismo psicologico – senza responsabilizzare i cittadini – gli ospedali e gli studi medici saranno presi d’assalto con conseguente collasso della struttura sanitaria.
In merito alla sua professione, la concittadina – e mamma di due bambini – scrive. “L’ipotesi concreta è che io possa contrarre il virus in questi luoghi (di lavoro, ndr), tornare a casa trasmetterlo ai miei figli i quali, frequentando la scuola, potranno a loro volta contagiare amichetti ed insegnanti e quindi la causa del contagio è stata realmente la frequenza della scuola???”
In ultimo scrive. “Si individuino le cause reali dei contagi e si adottino le soluzioni lì dove serve e si lasci ai bambini il diritto a vivere la propria infanzia ed il diritto ad istruirsi andando a scuola nel rispetto delle norme di sicurezza, d’altronde non sarà un caso se in nazioni come la Francia e la Germania, dove la curva dei contagi è elevata, si è ritenuto di dover chiudere tutto tranne le scuole. Un riflessione è doverosa”.