Aneurisma, l’importanza della diagnosi precoce

Dr. Michele Plantamura
Importante è il controllo della pressione arteriosa che costituisce con il suo aumento un elemento scatenante sia per la crescita dell'aneurisma che per la rottura.
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Nell’ambito dell’aterosclerosi e rischi correlati si colloca la patologia aneurismatica delle arterie.

L’aneurisma dell’aorta e delle grandi arterie costituisce un’altra importante insidia dell’aterosclerosi che oltre a provocare un processo stenocclusivo, come abbiamo già considerato con la patologia carotidea e come andremo a considerare con l’arteriopatia degli arti inferiori, si rende protagonista del processo aneurismatico dei grossi vasi, patologia gravata da un’alta letalità.

L’aneurisma dell’aorta e dei grossi vasi consiste in un cedimento delle parete arteriosa che si sfianca progressivamente fino alla possibile rottura. La causa prima l’aterosclerosi è gravata da altre comorbilità quali l’ipertensione arteriosa e la broncopatia cronica, che potenziano l’effetto deleterio dell’ateroscelrosi sullo sfiancamento della parete vasale.

Il problema dell’aneurisma aortico e dei grossi vasi è legato al progressivo incremento fino alla rottura, condizione questa che, qualora sopraggiungesse, metterebbe a rischio la vita del paziente.

Da qui la necessità di una diagnosi precoce che può essere attuata mediante una semplice visita medica o meglio ancora con uno studio ecocolordoppler o in maniera più particolareggiata con l’angioTC.

La diagnosi precoce impedisce all’aneurisma di evolvere verso la rottura che costituisce un evento drammatico e fatale, attraverso sia rimedi di ordine medico che chirurgico endovascolare.

Importante è il controllo della pressione arteriosa che costituisce con il suo aumento un elemento scatenante sia per la crescita dell’aneurisma che per la rottura.

Altrettanto, il controllo della brocopneumopatia cronica e l’abolizione del fumo sono altre condizioni essenziali di controllo del processo aneurismatico.

Il ruolo delle statine, farmaci ipolipemizzanti, e la terapia antiaggregante costituiscono altri rimedi importanti per contrastare l’evoluzione aneurismatica.

Quando il diametro dell’aneurisma supera, nel caso per esempio dell’aorta addominale i 5cm di diametro nella donna ed i 5.5 cm nell’uomo, le società scientifiche internazionali di chirurgia vascolare ed endovascolare raccomandano la soluzione chirurgica o endovascolare di riparazione dell’aneurisma, poiché il rischio beneficio pro intervento risulta più favorevole.

La chirurgia tradizionale prevede attraverso un accesso chirurgico addominale l’esclusione dell’aneurisma con l’impianto di una protesi cucita all’interno dell’aorta del paziente, mentre la tecnica endovascolare consente di posizionare attraverso un accesso percutaneo una endoprotesi che esclude l’aneurisma senza ricorrere all’apertura dell’addome, consentendo così al paziente una degenza minore grazie ad un approccio mininvasivo. La tecnica endovascolare, quando possibile, è quella oggi più adottata e richiesta dal paziente perché consente di ottenere un ottimo risultato con un più basso rischio e stress chirurgico.

La necessità di intervenire mediante una diagnosi precoce e con l’adozione di terapia farmacologica e/o chirurgica-endovascolare permette di evitare la complicanza più temibile che è la rottura, gravata da un’alta mortalità ed associata ad una drastica riduzione della possibilità di successo terapeutico.

mercoledì 22 Luglio 2020

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