Cronaca

Canile “lager” di Contrada Varallo, l’unico imputato assolto perché «il fatto non sussiste»

La Redazione
I cani che erano detenuti in Via Matera
Non vi sarebbe stata nessuna mattanza sistematica perpetuata per anni come invece veniva contestato dall'accusa secondo la quale dal 2008 al 2014 «diverse centinaia di cani» sarebbero stati maltrattati e uccisi
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Si chiude, con un’assoluzione perché il fatto non sussiste, la vicenda giudiziaria di Vito Rocco Perniola, 62enne santermano, al centro dell’indagine scaturita per presunti maltrattamenti ed uccisione di animali ed invasione di terreno che riguardò il tristemente famoso canile, definito giornalisticamente “lager”, di Contrada Varallo (nei pressi di via Matera) a Santeramo.

La sentenza – come ci comunica l’avvocato Giovanni Ladisi, difensore dell’imputato (da sempre professatosi estraneo ai fatti) – è sta emessa nei giorni scorsi dal giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Bari Valentina Tripaldi.

Non vi sarebbe stata nessuna mattanza sistematica perpetuata per anni come invece veniva contestato dall’accusa secondo la quale dal 2008 al 2014 «diverse centinaia di cani» sarebbero stati maltrattati e uccisi.

Al centro dell'inchiesta un “lager” per cani abbandonati, a poche centinaia di metri dal paese del quale, con diversi articoli, anche la nostra testata si era occupata. Nel procedimento erano costituite come parte civile l'Enpa, Ente nazionale protezione animali onlus, e l'Anpa, Associazione nazionale protezione animali.

La vicenda, per lo scalpore che ben 8 anni fa aveva creato, aveva anche suscitato l’interesse di “Striscia la Notizia”, la nota trasmissione televisiva satirica e d’inchiesta in onda su Canale 5, che con il suo inviato – Edoardo Stoppa – realizzò un servizio sul canile “lager”.

Da quanto emergeva dalle indagini del Corpo forestale dello Stato, l’uomo avrebbe causato la morte di centinaia di cani, rinchiudendoli in un recinto abbandonandoli senza acqua e cibo per molto tempo, costringendoli a sbranarsi tra loro per sopravvivere.

Sempre secondo le indagini i cani, randagi o talvolta animali abbandonati, venivano prelevati dalla strada e rinchiusi in questo terreno, interamente recintato, che non apparteneva all'imputato e all'insaputa dei legittimi proprietari.

A novembre del 2014, la magistratura barese dispose il sequestro del terreno e dei cani.

In 44 furono salvati e affidati ad un canile di Corato con un esborso di denaro pubblico per le casse del comune di Santeramo (i cui costi ancora si supportano tutt’ora).

 

lunedì 4 Luglio 2022

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